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In rapida diminuzione la spesa farmaceutica

Francesco Cavallaro
Francesco Cavallaro
In rapida diminuzione la spesa farmaceutica


La lettura del rapporto 2012 di “Meridiano Sanità – le coordinate della salute”, edito da The European House – Ambrosetti spa, reso pubblico recentemente, è di grande interesse in quanto illustra in una visuale libera da condizionamenti l’andamento della spesa pubblica in ambito sanitario e sociale.

Nell’ultimo decennio la crescita della spesa sanitaria pubblica è stata costante dal 2001 (74.946 milioni di euro) al 2010, quando ha raggiunto 112.742 milioni di euro; nel 2011 è invece diminuita, per la prima volta, a 112.039 milioni di euro; si tratta di una diminuzione contenuta (-0,6%) ma assai significativa, alla quale seguirà prevedibilmente una diminuzione ancora più consistente per il 2012, date le misure adottate a livello centrale e regionale: nuove procedure di acquisto di beni e servizi, farmaci compresi, e distribuzione diretta dei medesimi.

Benché su tale forma di distribuzione, o almeno su una parte di essa, siano lecite perplessità sul piano giuridico, è indiscutibile che essa abbia contribuito alla rilevante diminuzione della spesa farmaceutica convenzionata, che è passata dagli 11.180 milioni di euro del 2010 ai 10.225 milioni di euro del 2011, con una riduzione dell’8,5%.

Naturalmente una contrazione così significativa è dovuta solo in parte alla distribuzione diretta; ma essa deriva anche da un più accurato monitoraggio della appropriatezza delle prescrizioni, dalla riduzione dei prezzi dei farmaci, non solo generici, e dall’incremento o dalla introduzione dei ticket a carico dei cittadini.

Sta di fatto che la spesa farmaceutica convenzionata del 2011 è stata l’unica voce ad attestarsi su un livello inferiore non solo a quello dell’anno precedente, ma addirittura a quello del 2001 (-5%), mentre tutte le altre voci della spesa sanitaria sono cresciute.

Come ovvia conseguenza è in crescita soprattutto la spesa farmaceutica privata, che incide per circa il 31% sulla spesa sanitaria privata, mentre nel 2001 era all’incirca del 25%; è interessante notare che nell’ultimo decennio mentre la spesa farmaceutica privata è aumentata dell’8,% circa la spesa pubblica convenzionata netta è diminuita all’incirca nella stessa misura: si tratta evidentemente di fenomeni tra loro speculari.

A livello regionale le differenze nella spesa farmaceutica convenzionata pro-capite sono rilevantissime, andando dai 195,8 euro della Sardegna ai 112,5 euro della Provincia di Bolzano.

La media nazionale è stata nel 2011 di 165,3 euro; a parte la Liguria e il Friuli Venezia Giulia tutte le regioni con una spesa superiore alla media sono del centro-sud, mentre tutte quelle al di sotto della media sono al nord con l’eccezione della Campania, che è appena al di sotto della media.

Le diminuzioni più significative della spesa farmaceutica convenzionata tra il 2010 ed il 2011 riguardano la Puglia (- 16,6,%) e la Calabria (- 16,1%).

Per quanto riguarda i primi quattro mesi dell’anno 2012 emerge dal rapporto una importante ulteriore diminuzione della spesa farmaceutica convenzionata, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari in media all’11,5% con punte in Basilicata (- 18%), Liguria (- 17,9%), Emilia Romagna (- 15,8%) e Lazio (- 15,6%).

Tale risultato è stato ottenuto essenzialmente attraverso il ticket a carico dei cittadini.

E’ interessante l’analisi della spesa farmaceutica complessiva (territoriale ed ospedaliera), che nel 2011 è stata di 17,8 miliardi di euro, leggermente inferiore a quella dell’anno precedente; tale spesa ha rispettato il tetto programmato, attestandosi intorno al 13,18 del finanziamento sanitario complessivo; tuttavia la spesa farmaceutica ospedaliera ha significativamente superato il tetto previsto, raggiungendo il 3,6 del finanziamento complessivo.

La maggior parte dello scostamento si è verificata nelle regioni, per lo più settentrionali, nelle quali il sistema sanitario viene considerato migliore.

Mentre solo tre regioni (Lombardia, Veneto e Valle d’Aosta) e le due Province autonome sono riuscite a non superare la somma dei due tetti (15,7%), quattro regioni (Lazio, Sicilia, Puglia e Sardegna) determinato invece più di due terzi del superamento complessivo della soglia.

Sta di fatto che mentre il rispetto del tetto della spesa farmaceutica convenzionata sembra possibile per l’insieme del territorio, ciò non appare possibile per quanto si riferisce al tetto sulla spesa farmaceutica ospedaliera, fenomeno al quale contribuisce l’uso di farmaci innovativi ad alto costo, ma che sembra determinato principalmente da una sottostima della spesa ospedaliera sin dall’origine, ed è prevedibile che per il 2012 la maggior parte delle regioni continuerà a sforare tale tetto.

Per quanto riguarda il 2013 nessuna previsione sembra per ora possibile per quanto riguarda la spesa farmaceutica convenzionata, che subirà le conseguenze dell’applicazione dei recenti accordi sulla remunerazione della distribuzione intermedia e delle farmacie.


Francesco Cavallaro

Nato a Roma nel 1943, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma nel 1965. È avvocato dal 1969 (albo degli avvocati di Milano) e svolge l’attività professionale occupandosi principalmente degli aspetti giuridici della produzione e della distribuzione dei medicinali. Dal 1970 al 1980 ha curato la redazione di una rivista giuridica specializzata nel settore. Insieme con l’avv. Claudio Duchi ha pubblicato due raccolte di leggi in materia farmaceutica e, sempre con l’avv. Claudio Duchi, il commentario “Il riordino del settore farmaceutico”(Pirola, 1991). Ha partecipato a iniziative di formazione per laureati presso le Università di Milano e di Palermo.
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